Come ho cominciato a fare il Trainer

La svolta che mi ha portato a prendere la decisione di intraprendere la via del coaching è arrivata durante il lockdown, ero a casa mia, davanti al computer, alle prese con una lunga sessione di lavoro tra call, formazioni e appuntamenti virtuali mentre Mio figlio Duccio e Max il nostro Jack Russel, giocavano e a tratti si stupivano, sorpresi e divertiti delle mie tribolazioni e dei vari personaggi con cui mi relazionavo.

A sera quando tutto si è calmato, abbiamo condiviso le nostre sensazioni sull’intensa giornata, io contento di essere stato con loro (anche lavorando) e lui complice della mia attività mi ha detto, “Babbo, ma perché non puoi lavorare sempre così da casa? È più divertente per tutti e poi, così possiamo stare di più insieme!”

Per me è stato un flash, un elemento che mi ha fatto cambiare prospettiva, quei tre mesi passati in casa, dopo anni a vedersi solo nei week end o a tarda sera, a causa dei miei impegni, ora acquisivano un significato diverso.

Mio figlio aveva perfettamente ragione ed era riuscito a darmi un punto di vista diverso per migliorare il mio approccio alla vita, sia professionale che personale.

Oggi non è che lavoro meno di prima, però lavoro in coerenza con tutti gli ambiti della mia vita e questo per me è un grandissimo traguardo da tutti i punti di vista.

Inoltre questa era stata un’ulteriore conferma delle mie sensazioni, perché le parole di Duccio, libero da abitudini consolidate e sovrastrutture mi ha spinto ad uscire dalla mia “zona di confort” al quale ero abituato da anni, e mi ha permesso di fare un enorme cambiamento di grande valore.

Oggi esercito le mie competenze nel rispetto di tutti gli aspetti della mia vita privata e degli affetti a me cari.

Cristiano Paolini

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